Here's
GENOVA
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Sapore di clinto (tredicesima parte)
"Senti: fino a questo momento, abbiamo
parlato di me, cioè, tu mi hai fatto delle domande perché
vuoi capire con chi hai a che fare; ma io, in fondo, non sono altro che
un essere normalissimo, con due gambe, due braccia eccetera-eccetera. Quella sera stessa, quando Cinzia riflette sulla
serata, nel soffice tepore del suo letto, si rese conto di aver raccontato
tutto il narrabile, di se stessa, senza aver avuto il minimo ritegno;
anzi, si sentiva stranamente confortata, mentre parlava. Verso mezzanotte, dopo aver accolto al loro
tavolo Simona con una bottiglia di cognac "specialissimo", lasciarono
il locale. La mattina dopo, Filippo Maria si svegliò
maledicendo quel senzadio che, per ragioni a lui ignote, stava suonando
le trombe dell'auto con un impegno degno di migliori cause, sotto le sue
finestre. "Pippo, sono Cinzia ... sìssì, bene grazie ... senti, è successa una cosa ... no, ti spiego ... stamattina ho comprato il giornale ed ho letto una notizia ... no, non è niente ... sì, sto piangendo, ma aspetta che ti spiego ... è successo questo ... è morto anche Giorgio ... no, ti ricordi quel ragazzo di cui ti avevo parlato ... sai, quel mio ex che ... sì, esatto, proprio lui ... no, non è che ... beh, insomma, è morto anche lui in un incidente stradale ... l'altro ieri sera ... doveva essere sui giornali del pomeriggio, ma non li leggo mai ... rna non me la prendo troppo per una cosa del genere, Pippo! ... devi sapere che Giorgio era convinto che la morte di Bruno, l'altro mio ragazzo, non fosse una cosa normale; cioè, non so se ti ho detto che era stato assassinato ... sì, esatto ... ti ho detto che era stato un incidente stradale, perché avevano organizzato le cose come se lo fosse stato ... no, è che io preferisco pensare che è stato un vero incidente: mi angoscia meno... c'entra, adesso ti spiego: lui si era messo in testa di stare dietro a questa faccenda ... forse per me, non so... beh, ho paura perché anche lui ha avuto un qualcosa che, a tutta prima, sembra un incidente stradale ... ma sì, magari sarà una combinazione, ma Giorgio diceva di non credere alle combinazioni e anch'io, da un po' di tempo a questa parte ... sì, ho paura... anch'io sento di essere troppo vicina a questa faccenda e non voglio che ammazzino anche me!... ho paura, Pippo, paura! ... sì, ma ... beh, grazie ... aspetta, che me lo segno ... via capodisantachiara ... quarantadue? ah, verso Boccadasse! ... si, vengo subito, sono in piazzaorsini, alla fermata dell'autobus... tra un quarto d'ora sono lì, vengo subito ... grazie, a tra poco". La ragazza riappese la cornetta, uscì dalla cabina telefonica e si incamminò verso Boccadasse, verso la sicurezza che la casa dell'amico le ispirava. Il napoletano si vestì rapidamente, lavò
caffettiera e tazzina e rifece il letto. ================================ Fine modulo 37 ======================================= |
Si mise a piangere a dirotto, perciò
Filippo Maria le si avvicinò e le accarezzò i capelli, mormorando
parole tranquillizzanti. Tornati a casa, Cinzia si stupì di non
aver notato quanto elegante ed accogliente fosse il salotto nel quale
il giovane l'aveva accolta. ================================ Fine modulo 38 ======================================= |
Alle pareti erano
appesi quadri intonati con l'ambiente; la giovane riconobbe un paio di
acquarelli della scuola napoletana ed un quadro che riconobbe per un Correggio
autentico! Dopo pranzo, bevuto un ottimo caffè,
Filippo Maria mostrò alla ospite il resto dell'appartamento; la
cosa che più colpì Cinzia era la sala da musica: vi campeggiava
un magnifico Bernstain a coda e vi si trovava, anche, il più completo
impianto stereo che avesse mai visto; ricordava che Bruno avrebbe voluto
un impianto "... con roba come si deve: un piatto Torenz, un pre-ampli
e un finale Mackintosh, registratori a cassetta ed a nastro Teach, un
equalizzatore della JVC ..."; tutti i componenti che ora si trovava
davanti, insomma. La sera, verso le nove e tre quarti, si presentarono
a casa di Toto, ovviamente con la Stratos (Filippo Maria, pur riconoscendo
l'indubbia praticità della piccola Fiat, si vergognava un poco,
ad usarla). Più che una festa, Filippo Maria se ne
rese subito conto, si trattava di una riunione tra amici, un'occasione
per chiacchierare, per sentire un po' di musica, per bere ed ammazzare
la noia, od almeno provarci. Stavano percorrendo via dei Mille, quando Cinzia
ruppe il silenzio ... Filippo Maria ritirò il biglietto dell'autostrada
e lo passò, in quel silenzio che si protraeva ormai da molto, a
Cinzia. ================================ Fine modulo 39 ======================================= |