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GENOVA
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Diario di Bordo (Sesta parte)
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MONDIALI
E CIVILTÀ
Non so
se ve ne siete accorti, ma non molti anni fa si sono svolti, nel nostro
paese, i Campionati del Mondo di Calcio. So che è stato un avvenimento
passato in sordina, trascurato dai media, a costo praticamente zero per
la comunità, con una brutta mascotte che, per depistare i curiosi,
è stata battezzata col nome di un celebre ciclomotore. |
CARTOLINA DA GENOVA, CON CANTIERI (ALLORA E 10 ANNI DOPO) Nota dell'Autore: Rileggendo queste
note a distanza di oltre dieci anni dalla loro stesura, mi ha fatto vedere
come un'istantanea che la mia mente aveva scattato a Genova. CARTOLINA DA GENOVA, CON CANTIERI Genova, dicembre 1991 Il fascino di queste competizioni, ormai, riguarda solo gli appassionati: le notizie relative non vengono più date in prima pagina, ma solo date en passant in fondo alle pagine sportive, insieme ai risultati dei tornei di softball e di bocce Il prologo a cronometro, che avrebbe permesso di stilare l'ordine di partenza della gara, si è svolto su un circuito -di un paio di chilometri- appositamente preparato nel costruendo porto di Voltri(1) , ma se gli organizzatori del rally fossero stati più oculati, avrebbero potuto utilizzare una prova speciale già bell'e pronta: piazza Caricamento. Il porto di Voltri, conosciuto anche con l'acronimo VTE (Voltri Terminal Europe), è una realtà consolidata, una nuova area portuale per la movimentazione dei container, uno degli ingredienti fondamentali della scalata del Porto di Genova alla classifica dei porti mediterranei ed europei. Questa piazza si affaccia sul mare, in teoria;
in realtà era separata dal liquido elemento da una cinquantina
di metri di porto, protetta da un'alta cancellata sorvegliata da feroci
Finanzieri e culminata dalla Sopraelevata, una strada di attraversamento
veloce che scorre ad una dozzina di metri dal suolo. Adesso, a parte la Sopraelevata che dovrebbe essere sostituita -entro tre o quattro anni- da un tunnel sotto il porto, è tutto diverso: è unita al mare da una pavimentazione di pietra (pavimentazione che ha, in vista del tristemente famoso G8, finalmente sostituito l'orrendo asfalto frettoloso degli ultimi giorni utili prima delle Colombiane), che quindi prosegue oltre il greve portale della Sopraelevata e permette di arrivare all'ombra delle palme piantate su quelle che sono state le banchine del porto commerciale e che ora, grazie alla lungimiranza dell'architetto Piano, sono una affascinante e vitale parte di questa Genova di inizio millennio. Questa piazza, dicevo, è interessata
a diversi cantieri, fondamentali per il futuro della città; cercherò
di stilarne un elenco e non me ne vogliate se ne dimenticherò qualcuno. Dopo avventure più movimentate di quelle di Indiana Jones, che hanno visto succedere letteralmente di tutto (dai sequestri giudiziari, ai contenziosi economici, dall'acquisto di una "talpa" meccanica con la fresa così grossa che non riuscivano a farla passare sotto la sopraelevata per farla arrivare al cantiere, alla mancanza dei finanziamenti, dalla rottura della fresa sotto la città alle infiltrazioni dei rivi) sembrerebbe che, alla fine del 2002, si possa finalmente arrivare in metrò da Certosa fino a piazza Caricamento. (nota postuma: la data è stata luglio 2003: come volevasi dimostrare ) Si dice -poi- che la metropolitana arriverà, dopo altri due anni, fino alla stazione di Brignole -passando sotto piazza Sarzano nel centro storico, sotto piazza De Ferrari e sotto piazza Corvetto, anche se le vicende degli ultimi dieci anni suggeriscono tonnellate di prudenza Apro una parentesi: il metrò genovese
è detentore di due record mondiali: è la prima metropolitana
in una città con meno di un milione di abitanti ed è quella
più corta, per ora: in uso ci sono solo due stazioni, unite da
due chilometri e mezzo di binari(2) . L'assessore
al metrò della precedente amministrazione era così entusiasta
di essere l'assessore alla metropolitana Rivarossi che lo hanno premiato:
con una dote praticamente condominiale di preferenze (circa duemila),
lo hanno insediato nella (scomoda) poltrona di Sindaco della superba.
Così impara! Chiudo la parentesi. L'Area Expò, dopo le Colombiane, ha preso il nome di Porto Antico ed, oltre ad ospitare l'Acquario (visitato da oltre dieci milioni di visitatori in soli nove anni), offre una multisala cinematografica, musei, librerie, negozi di ogni genere, un centro congressi, bar, ristoranti, gelaterie, una pista di pattinaggio sul ghiaccio accanto al mare, una piscina scoperta (nei mesi caldi, ovviamente!), approdo per centinaia di posti barca -dalla lancetta di 3 metri ai megayatch che battono le bandiere più improbabili- ed è un luogo sempre frequentato, in ogni stagione ed a qualsiasi ora. Un altro cantiere è quello per il sottovia: hanno pensato di pedonalizzare la piazza, che diventerà la cerniera tra Expo e città, ma... Caricamento è essenziale per l'attraversamento del centro di questa città lunga e stretta; quindi -ovvia conclusione- una bella strada sotterranea. Sulla carta funzionava, era una bella idea; peccato che sbudellare piazza Caricamento, senza poterla precludere al traffico, è più o meno come cercare di rifarvi il letto dove dormite, con la pretesa di non svegliarvi, durante il cambio delle lenzuola. Le Colombiane incombenti e la fretta di far sembrare tutto finito in tempo, hanno fatto in modo che il sottopasso non fosse abbastanza alto da consentire il transito dei pullman turistici a due piani Finite le Colombiane, hanno nuovamente chiuso il sottopasso e lo hanno abbassato, con facilmente immaginabili difficoltà alla circolazione. Ovviamente, hanno dovuto anche deviare un rivo sotterraneo, il rio Sant'Anna, perché sarebbe stato antipatico, ammetterete, averlo come immissario al sottovia. Ergo: altro cantiere! Forse, ma non è sicuro, dovrebbero finire tra pochi mesi i lavori al rio Sant'Anna. I commenti ve li lascio immaginare (nota postuma: nel novembre 2003 ci stanno ancora lavorando; data fissata di fine lavori: prima o poi ) Deviamo il rio Sant'Anna, vogliamo non approfittarne per fare anche un bel collettore fognario per il Centro Storico, che vada a finire nel depuratore della Darsena, giusto dietro l'angolo? Non sia mai! Questa città non finirà mai di stupirmi: questi lavori sono terminati nei tempi previsti!!! E via Gramsci, che parte dalla celebre piazza?
Perché non dargli una bella allargata? Così potrà
sopportare anche il traffico proveniente da via Delle Fontane, che allarghiamo
-già che ci siamo!- e facciamo a doppio senso per poter, così,
pedonalizzare la trafficatissima ed architettonica via Balbi. Quando verrà rimosso il cantiere
della stazione Darsena della metropolitana, via Gramsci si troverà
davvero più larga; adesso, poi, si sta parlando di un'altra idea:
trasformarla in una sorta di Rambla barcellonese, con un ampio marciapiede
al centro, una o due corsie direzione ponente rasente l'attuale marciapiedi
e la carreggiata per l'altra direzione oltre i piloni della sopraelevata,
lato mare. Ed i caratteristici portici di Sottoripa, che si affacciano proprio sulla piazza, li lasciamo con la pavimentazione così sconnessa? Maffiguriamoci! Arriveranno i forestieri, con le loro belle caviglie non avvezze a certe sconnessioni: vai con le transenne ed i sentieri! Momento non facile, quello dei cantieri, ma ne è valsa la pena, visti gli entusiasmanti risultati. Se avete tenuto il conto sulle dita, come ho
fatto io, sarete probabilmente arrivati ad elencare otto cantieri (più
quelli per ripristinare le facciate dei palazzi prospicienti, che essendo
di proprietà dei privati... ognuno per sé, debiti per tutti);
poi, per complicare le cose, hanno scoperto -mezzo metro sotto l'asfalto-
i resti degli antichi moli quattrocenteschi, rimanendo estremamente sorpresi.
Hanno cominciato i lavori senza sospettarne minimamente l'esistenza: forse
pensavano che Sottoripa volesse significare addossato alla riva -che so-
del Gange e non del mare; oppure -va a sapere!- si aspettavano al massimo
di trovare le fondamenta di due baite alpine... Triste, la storia dei moli quattrocenteschi:
appena ritrovati, si posero la domanda che Karl Marx si fece, a suo tempo:
che fare? Potete immaginare, in un'area così ristretta,
il trambusto provocato da così tanti cantieri sovrapposti: si narra
di una squadra di sterratori che, dopo due mesi di duro lavoro -agli ordini
di una mezza dozzina di geometri e di una torma di caposquadra- non sono
ancora riusciti a capire a quale cantiere appartengono e quindi, nodo
cruciale della questione, quale delle tante ditte appaltatrici gli dovrebbe
pagare il salario. Le Colombiane sono state un'occasione per
fermare la caduta -praticamente verticale!- della città. Io, da inguaribile ottimista, sto sopportando stoicamente tutti i disagi, ma vi avverto: se per le Colombiane non vi fate vedere, vengo a prendervi per le orecchie! E' il vostro numero che vi ha salvato! Avrei
dovuto venirvi a prendere in troppi; prova ne sia che la Giunta di allora
ha gonfiato il numero dei biglietti staccati per accedere all'Expo. Note: 1) Costruendo da così tanto tempo che Garibaldi partì da Quarto, anziché da Voltri, solo per una serie di circostanze casuali. Si disse -anche- che l'Italia perse la seconda guerra mondiale perché, per insidiare la marina britannica, la Regia Marina avrebbe potuto avere un grande porto a Genova-Voltri, ma purtroppo era costruendo. Sembrerebbe che il primo progetto risalga a Guglielmo Embriaco -detto Mazzaferro- che cominciò a pensarci appena tornato dalla seconda crociata... 2) L'inaugurazione del tratto successivo (aperto all'uso nel giugno 1993), dotato di un'altra stazione e di circa otto-cento metri di binario, non ha minimamente danneggiato il record di cui sopra! |
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